Vita di coppia

“Non sei più quella/o di una volta!”

Quante volte nelle relazioni sentimentali di una certa durata si arriva a pronunciare questa fatidica frase? In tal modo uno dei due partner dice all’altro che non riconosce più in lui/lei la persona di cui si è innamorato e che non accetta il cambiamento avvenuto.

Eppure cambiare è naturale! Non si può rimanere sempre uguali per tutta la vita. Significherebbe che si è incapaci di evolvere, di trarre degli insegnamenti dalle esperienze vissute e di crescere in base ad essi.

Può succedere che si cambi in peggio, è vero! E in questo caso un partner ha il diritto (e forse anche il dovere) di sottolinearlo, invitando l’altro ad un cambio di rotta.

Ma a volte a non essere accettati sono cambiamenti in positivo, a livello di stima di sé, di posizione lavorativa, di compenso economico…

Non ci avevo mai pensato molto, fino a che mi sono ritrovata a leggere due libri apparentemente diversissimi ma che in realtà raccontano una stessa storia (al femminile, ma che potrebbe essere tranquillamente tradotta al maschile): La principessa che credeva nelle favole, di Marcia Grad, e Per dieci minuti, di Chiara Gamberale.

Se cambi, non mi ami più

In entrambe queste storie il marito si allontana dalla moglie perché non la riconosce nei suoi cambiamenti. In particolare non accetta che la donna abbia intrapreso un cammino di emancipazione che l’ha portata ad essere più sicura di sé, più autonoma, più convinta delle proprie capacità e più felice. E inizia a minare la solidità di ciò che ha conquistato. In modo diverso i due mariti chiedono che l’attenzione torni su di loro, che le loro donne tornino a pensare solo a loro, anche se per qualcosa di negativo, a tratti distruttivo.

L’idea, semplicistica, di fondo mi pare sia questa “Se hai cercato altro che va oltre l’occuparti di me è perché non mi amavi abbastanza. Se hai trovato qualcosa che ti fa star bene al di fuori di me, allora non mi ami più!

E probabilmente sono tante le relazioni che si reggono su questo pericoloso gioco di equilibri: tutto deve rimanere eternamente stabile, non ci possono essere variazioni, tutto deve essere bloccato per poter restare insieme. In questo modo si crede forse di rafforzare il legame, mentre in realtà si immobilizzano le persone, negando ai partner (e a se stessi) la possibilità di crescere, evolvere, migliorare. Ossia di realizzare ciò per cui siamo nati, perché la vita è un continuo cambiamento!

Cosa si nasconde dietro questo atteggiamento?

Una profonda insicurezza. Non tanto la mancanza di fiducia nel partner, quanto in se stessi. Ma dal momento che non posso accettare di essere insicuro, di non avere le spalle forti che voglio far credere al mondo, allora proietto questa sensazione sull’altro e comincio a non fidarmi di lei/lui.

Cambiamento: che paura!

Spesso a spingere una persona a impegnarsi in qualcosa di nuovo, a darle la fiducia di poter realizzare i propri desideri e la certezza di avere la capacità per ottenere buoni risultati è proprio il partner. Che a volte deve anche convincerla a superare la paura di fallire e sostenerla nei primi passi verso il nuovo che si intravede all’orizzonte…

Allora perché poi non accetta il cambiamento? Perché non apprezza quello che l’altro/a riesce a raggiungere?

Di solito perché accanto ai cambiamenti esterni, avvengono anche cambiamenti interni alla persona, che poi si trasformano per forza di cose in cambiamenti nella relazione di coppia.

Se una persona ottiene dei buoni risultati in ambito lavorativo, ad esempio, diventa facilmente più sicura di sé e questa sicurezza si riflette in un modo diverso di rapportarsi agli altri, in primis con il proprio partner. Ad esempio può succedere che l’attenzione non sia più focalizzata prioritariamente sugli altri e su come renderli felici o come aiutarli, ma che si inizi a guardare di più a se stessi, a ciò che si è saputo ottenere e a cosa ancora si può fare, che si inizi a fare progetti sul futuro per se stessi e non solo per gli altri. E questo manda in crisi il partner, perché si sente trascurato, non più importante. Oppure perché non si fida di riuscire a camminare sulle proprie gambe.

Per quanto abbia sostenuto l’intraprendenza di una moglie o di un marito, ad un certo punto vorrebbe solo tornare indietro nel tempo, per avere nuovamente le attenzioni cui era abituato, per sentirsi al sicuro. Non sa adattarsi al cambiamento, semplicemente perché per farlo dovrebbe cambiare a sua volta. E non intende farlo.

Perché in simili casi cambiare vuol dire evolversi, diventare più autonomi. Il che, a sua volta, significa dire imparare a chiedere meno attenzioni e, magari, a darne di più.

Vivere è una crescita continua

Prima o poi ogni coppia deve fare i conti con una grande verità: nessuno resta per sempre la persona conosciuta inizialmente e di cui ci si è innamorati.

Tutti noi cambiamo (in modo pessimistico potremmo dire che invecchiamo, guardandola al positivo, invece, possiamo dire che ci evolviamo e maturiamo). E, di conseguenza, cambia la relazione con chi ci sta accanto.

Ma tutto ciò è naturale ed una coppia sana deve inventare il proprio modo peculiare di affrontare questo cambiamento continuo. Trovare il proprio modo di mettersi in cammino, l’uno accanto all’altra, imparando a calibrare l’incedere di ciascuno con quello di chi procede al suo fianco.

C’è di più! In una coppia sana ciascun partner dovrebbe avere a cuore il benessere dell’altro. Del resto volersi bene significa volere il bene dell’amato, desiderare che si realizzi, che trovi la strada per la felicità personale. La quale non può essere racchiusa esclusivamente nel rapporto di coppia. Quindi in una coppia sana ciascun partner dovrebbe impegnarsi ad aiutare l’altro affinché riesca a trasformare i suoi sogni in realtà, possa portare a compimento le sue potenzialità e possa realizzarsi come persona singola, oltre che come parte di una coppia.

Camminare insieme. Crescere insieme. Capire insieme come adattarsi ai cambiamenti reciproci, superando le insicurezze che naturalmente essi producono. E allo stesso tempo trovare nella coppia il carburante per crescere anche come singole persone.

Ecco il segreto delle coppie che vincono la sfida contro il tempo!

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