Una stanza tutta per noi

Una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé.

Nel libricino che ha dato il nome al nostro gruppo, Una stanza tutta per sé, Virginia Woolf analizza la presenza della donna nella letteratura inglese lungo i secoli… ma in realtà fa molto di più! Gli spunti di riflessione che si possono cogliere tra le sue pagine sono molteplici. Giusto per fare qualche esempio:

-la difficoltà per le donne a conciliare la vita familiare con quella professionale, cosa che ha precluso loro nel tempo di mettere da parte del denaro da destinare ad esempio all’istruzione («Accumulare una fortuna e mettere al mondo 13 figli: non c’è essere umano che possa sopportarlo»),

-il fatto che gli uomini credano di sapere tutto sulle donne e si arroghino il diritto di dire loro ciò che dovrebbero o non dovrebbero fare,

-la presunta superiorità degli uomini sulle donne, logicamente asserita solo dagli uomini («qui ci avviciniamo a quell’interessantissimo e oscuro complesso maschile che ha sempre avuto tanta influenza sul movimento femminista; quel desiderio profondo non tanto che lei sia inferiore, quanto che lui sia superiore») e, di conseguenza, la presunta superiorità degli interessi maschili su quelli femminili

-la difficoltà nella letteratura a guardare alle donne al di fuori dal rapporto con gli uomini e a considerarle per ciò che sono realmente.

E potrei continuare: le sue riflessioni si adattano quasi alla perfezione anche alla nostra società. Ma ce n’è una che mi ha colpito in maniera maggiore. È la premessa e al tempo stesso la conclusione del suo lavoro: «una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé, se vuole scrivere romanzi».

I soldi, perché la libertà economica avrebbe permesso ad una donna di avere il tempo necessario per dedicarsi alla scrittura senza dover lavorare, fuori o dentro casa.

Una stanza, perché avere un luogo completamente a propria disposizione le avrebbe consentito di non essere interrotta ripetutamente dai familiari e dalla routine domestica durante la scrittura.

«Una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé»

Leggendo queste parole mi sono chiesta se, magari in ambiti diversi da quello letterario, potessero aver valore anche oggi, così come gli altri pensieri della Woolf. Perché inizialmente mi sembrava che queste condizioni fossero superate. Mi pareva che ora, che a fatica abbiamo conquistato il diritto di fare ciò che più ci piace per realizzarci (a livello lavorativo e non solo), soldi e stanze non fossero più necessari.

Poi ho analizzato la mia vita più da vicino.

Ho la fortuna di fare il lavoro che sognavo, di poter guadagnare qualcosa con la mia passione. Eppure se avessi maggiore disponibilità economica quanti altri sogni potrei realizzare: mi ritaglierei del tempo per seguire master e corsi di perfezionamento, ma potrei anche offrire un supporto gratuito a chi ha difficoltà… E, continuavo a ripetermi, io sono fortunata. Ma quante donne (e anche uomini, è chiaro, ma non sono l’oggetto del nostro discorso) hanno dovuto rinunciare ai loro sogni a causa delle ristrettezze economiche? Quante non possono fare il lavoro che desideravano perché devono guadagnare abbastanza da dar da mangiare a sé e i figli? Quante non hanno terminato gli studi perché dovevano lavorare?

Ieri come oggi i soldi danno autonomia e libertà. Specie per le donne che si trovano accanto a uomini da cui vorrebbero separarsi, ma che poi non sanno come sopravvivere…

No, i soldi non sono un argomento prosaico, come avevo frettolosamente decretato leggendo le parole della Woolf. Parlarne vuol dire andare dritti al cuore delle cose. Virginia era stata a dir poco lungimirante!

Sì, perché anche con la faccenda della stanza aveva proprio fatto centro!

Ricordo i miei anni da studentessa: la mia camera era il mio mondo, in cui regnavo indisturbata e in cui potevo dar seguito ai miei pensieri o concentrarmi sui libri senza la fatica delle continue interruzioni con cui ora faccio i conti anche solo per cucinare una frittata!

Ancora una volta devo ammettere di essere fortunata ad avere la casa libera quasi tutte le mattine, ma forse proprio per questo soffro la mancanza di uno spazio solo mio da usare come meglio credo per inseguire idee e progetti (che di tanto in tanto fuggono per sempre dalla mente all’ennesimo “Mammaaaaa!” della giornata).

E c’è di più. Se una stanza fisica offre uno spazio libero concreto in cui muoversi, spesso alle donne manca lo spazio mentale per muoversi liberamente, per credere in se stesse e nella propria capacità di realizzare i propri sogni. Perché secoli di “oppressione” e prevaricazioni maschili hanno provato ad occupare tutto il nostro spazio libero, cercando di tarparci le ali e di farci credere che valiamo poco o nulla.

Ecco allora che questo gruppo vuole essere un’occasione per diventare sempre più libere da queste oppressioni e più sicure di ciò che siamo e di quanto valiamo. Sarà una stanza solo virtuale, ma se lo usiamo bene potrà diventare uno spazio per crescere, per pensare, per diventare noi stesse!

Ed ora a voi la parola! 😊

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