“L’amore è la psicoterapia della natura”
Eric Berne, fondatore dell’approccio psicologico dell’Analisi Transazione, diceva proprio questo ed è una frase che mi è sempre piaciuta molto e che amo ripetere ai miei pazienti (e non solo).
Dire che l’amore è la psicoterapia della natura non vuol dire che si cambia per amore, ma che si può cambiare solo grazie all’amore. Vuol dire che per tutti c’è la possibilità di cambiare e al tempo stesso detta le condizioni di quel cambiamento, indicando chiaramente il potere racchiuso in una relazione sana, ossia il potere di aiutare chi amiamo a trovare la propria dimensione di benessere. Ma è una frase che può nascondere anche qualche trappola, motivo per cui vorrei fermarmi ad approfondirla, proponendo anche una coppia specifica – tratta dalla saga di Harry Potter – come esempio concreto di ciò che essa significa.
Cosa serve per cambiare
Ognuno di noi, che viva in un rapporto di coppia o meno, è un essere in continua evoluzione, motivo per cui è assolutamente normale cambiare e ritrovarsi diversi ad un certo punto della vita: sarebbe grave se restassimo sempre uguali! Ci sono poi situazioni in cui cambiare diventa necessario, perché ciò che si è non è buono per sé e il cambiamento diventa l’unico modo per raggiungere il benessere.
Ma il cambiamento non è una pioggia che cade dall’alto: richiede impegno e richiede che sia soddisfatta una condizione affinché avvenga. Non può esistere, infatti, cambiamento senza riconoscimento ed accettazione di quella che è la situazione attuale di una persona e questo deve avvenire tanto da parte di chi vive quella situazione e vuole uscirne, quanto da parte di chi gli è accanto nel cammino di crescita: solo se mi accetto come sono posso cambiare; solo se mi sento accettato sono disposto (ed invogliato) a cambiare. Nelle relazioni di coppia questo vuol dire che è necessario riconoscere ed accettare così com’è la persona che si ha accanto, senza pretendere che sia diversa, andando piuttosto ad instaurare un rapporto caratterizzato da sentimenti positivi, in primis di accoglienza.
Questo è quello che accade anche durante la psicoterapia, dove – per quanto la relazione si fermi ad un livello professionale – lo psicoterapeuta sviluppa dei sentimenti positivi nei confronti di chi viene seguito (interesse, riconoscimento, accettazione, accoglienza, compassione, ma anche affetto), senza i quali difficilmente potrebbe entrare pienamente nel suo mondo ed aiutarlo a renderlo migliore. E chiaramente è quello che deve accadere nei rapporti di coppia, dove il sentimento positivo per eccellenza, l’amore, è – o dovrebbe essere – alla base di tutto.
Un amore che, per essere davvero sano, deve possedere i tratti dell’accoglienza di ciò che l’altro è anche quando ci si rende conto che non sta bene nei vestiti che si è cucito addosso: solo accogliendo ed amando in questa misura, infatti, è possibile aiutare chi ci sta accanto a cambiare, a crescere, in altre parole a scegliersi dei vestiti che gli stiano meglio!
All’interno della coppia il cambiamento di uno o entrambi i partner nasce da questa capacità di guardare con amore l’altro e di comprendere, sempre grazie all’amore, quale sia il suo bene (del resto voler bene significa proprio volere il bene dell’altro e saper comprendere quale sia). Ciò non vuol dire imporre all’altro di cambiare oppure ricattarlo con la minaccia di andarsene se non lo fa. Vuol dire accettare ciò che oggi l’altro è, per aiutarlo a vedere in che modo potrebbe stare meglio domani e, se possibile, accompagnarlo nel viaggio.
Chi è responsabile del cambiamento
Se ci fermassimo a quanto finora detto, però, si potrebbe facilmente cadere in un tranello, quello di credere che la responsabilità del benessere di qualcuno ricada sul suo partner. Chiaramente le cose non stanno così: del resto neanche uno psicoterapeuta è responsabile del benessere dei suoi pazienti.
Noi possiamo solo accompagnare (in veste di partner o terapeuti) qualcun altro verso il benessere, ma la responsabilità di scegliere di cambiare e di impegnarsi per farlo è solo sua! In una coppia questo aspetto è fondamentale: per quanto amiamo chi ci sta accanto non possiamo farci carico del suo benessere, non possiamo obbligarlo a cambiare e non è pensabile che solo con il nostro amore lo faremo cambiare. Questa trappola purtroppo è presente in molte coppie e finisce per diventare una vera e propria prigione per il partner (solitamente la donna) che si sente in dovere di “trasformare” l’altro con il proprio amore, con annesso senso di colpa quando non ci riesce.
L’amore è potente, ma non è una bacchetta magica che trasforma le persone!
Il cambiamento, infatti, a differenza dello sviluppo che avviene in modo naturale ed ha basi biologiche, è un processo attivo che richiede la volontà di metterlo in atto da parte del diretto interessato: in assenza di tale volontà non esistono incantesimi o pozioni che possano sostituirsi ad essa.
Perché si cambia
Abbiamo detto che il cambiamento non può esistere senza la volontà. Ma da dove nasce la volontà di cambiare?
Ci sono tante risposte quante sono le persone che si mettono in gioco per evolvere. Ma una risposta che spesso si nasconde dietro queste motivazioni è l’amore: molto spesso è per amore di qualcuno che ci mettiamo in viaggio e ci impegniamo ad essere diversi. Ecco allora un altro modo in cui l’amore diventa psicoterapia della natura, a patto che dietro la volontà di cambiare per amore di qualcuno ci sia anche l’amore per se stessi: cambiare deve voler dire aumentare il proprio benessere (anche perché se qualcuno ci vuole spingere a cambiare in peggio è bene allontanarsi a gambe levate!) e quindi deve per forza di cose implicare volere il nostro bene.
La presenza di qualcuno che invita e motiva a cambiare (e in alcuni casi aiuta proprio a rendersi conto della necessita di farlo) è importante, anche perché spesso solo le persone che ci amano riescono a vedere come possiamo realizzare al meglio ciò che siamo, ma non può mai prescindere dalla convinzione che quel cambiamento sarà per noi fonte di maggiore benessere. Anche perché se io dovessi decidere di cambiare solo per far felice una persona (per quanto importante possa essere) potrei un giorno pentirmi di quel che ho fatto, oppure potrei limitarmi a fingere, indossando una maschera che non mi appartiene. Il cambiamento sano, quello che fa crescere e che fa bene, invece, mi permette di portare a compimento le mie qualità, conducendomi a realizzare il meglio di ciò che sono.
Una coppia che ci dimostra bene cosa vuol dire cambiare per amore, andando ad incarnare in tal modo ciò che si è destinati ad essere è quella formata di Lily Evans e James Potter, i genitori del famosissimo Harry Potter.
Lily e James: dall’odio all’amore
Durante il quinto anno di scuola Harry rimane sconvolto dalla scoperta che il padre non è l’eroe senza macchia che pensava e che da adolescente era in realtà un prepotente, forte del suo essere uno dei ragazzi più brillanti di Hogwarts. Scopre inoltre che il padre era solito bullizzare uno dei suoi compagni, quello che sarà poi il prof. Piton, motivo per cui era dichiaratamente disprezzato da Lily, la ragazza di cui era innamorato e che si rifiutava costantemente di uscire con lui.
Turbato da questa notizia, Harry arriva a chiedersi come la madre possa aver poi deciso di sposare un ragazzo che sembrava odiare, ma Sirius e Remus, i due migliori amici del padre, gli spiegano che James nel tempo aveva avuto modo di comprendere quanto fosse sbagliato il suo modo di fare e questo lo aveva portato a cambiare profondamente.
I libri non raccontano bene cosa sia successo, ma mi piace pensare che la frase di Lily “sei così pieno di te che non so come fa la tua scopa a staccarsi da terra!” abbia rappresentato un momento di svolta: rendersi conto che la ragazza da lui amata non apprezzava ciò che era, e ancor più comprendere il motivo del disprezzo, probabilmente ha indotto James a fare un bell’esame di coscienza e a decidere di crescere. Da lì in poi le cose sono cambiate, Lily è stata capace di vedere il cambiamento, senza farsi bloccare dal suo primo giudizio su James (per quanto corretto fosse stato in quel momento), e un po’ per volta hanno cominciato ad uscire insieme, fino a decidere di sposarsi una volta finita la scuola.
La loro storia ci insegna che è possibile decidere di cambiare per amore, come James, e che a volte è solo grazie a tale decisione che si porta a pieno compimento la propria natura, evidenziando come nessun finto cambiamento (ovvero limitarsi ad indossare una maschera solo per ottenere un consenso) potrebbe avere lunga vita. Ma ci mostra anche quanto sia importante non lasciarsi ingabbiare dai pregiudizi e da quello che già si sa di una persona per essere pronti a coglierne i cambiamenti, come Lily. Se infatti Lily non fosse stata capace di riconoscere le novità presenti in James il loro amore non sarebbe mai scoppiato e non sarebbe mai nato Harry.
E che il loro amore fosse pieno, autentico, costruito su una piena accettazione reciproca ne è la testimonianza proprio Harry, che in quella relazione sana si è rispecchiato durante il suo primo anno di vita e che a quell’amore sperimentato allora deve la capacità di amare a sua volta, senza farsi “rovinare” dalla crudeltà degli zii che lo prenderanno in casa dopo la morte dei genitori. Nella loro breve vita, Lily e James, ci spiegano magnificamente il significato della frase che Silente rivolge ad Harry alla fine del primo anno di scuola: «Essere stati amati così intensamente ci dà una sorta di protezione, anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. È una cosa che ti resta dentro, nella pelle».