Vita di coppia

Il conflitto nella coppia

Partiamo con un mito da sfatare: il conflitto di coppia non è un problema, il problema sussiste quando si evita di affrontare il conflitto. Una coppia che vive un momento di crisi non è una coppia fallimentare, la coppia fallimentare è quella che finge di non vedere crisi esistenti. Una coppia vincente è quella che sa attraversare e superare il conflitto, tenendo gli occhi bene aperti per coglierne già i primi segnali e affrontarli.

Quindi la prima cosa che da fare in caso di conflittualità è esplorare ciò che sta succedendo, senza tentare in ogni modo di chiudere quanto prima la questione. Qualunque sia la natura o l’origine del problema, parlare è l’unica soluzione ai conflitti, per quanto in alcune situazioni “bollenti” sia preferibile rimandare la chiacchierata a quando gli animi sono più sereni, così che possa essere più costruttiva.

Vediamo allora insieme come è possibile agire in modo propositivo quando il conflitto si affaccia nella vita di coppia.

Movimenti di riparazione

Secondo lo psicologo John Gottman, ciò che differenzia una coppia stabile da una coppia che potrebbe separarsi è la capacità di mettere in atto un efficace movimento di riparazione a seguito di un conflitto o di una crisi. Quando questo tentativo ha successo, la coppia ha buone possibilità di mantenere salda la propria unione.

Il movimento di riparazione consiste in ogni sforzo compiuto dalla coppia per allentare la tensione legata alla crisi, senza però negarla o soffocarla: ad esempio riconoscere la propria rabbia e rimandare un chiarimento, oppure mettere in pausa la discussione e assumere l’impegno di parlare in un momento specifico, per darsi il tempo di calmarsi. In altre parole un tentativo di riparazione è qualsiasi affermazione o azione che impedisce alla negatività presente in un conflitto della coppia di sfuggire al controllo.

Riparare significa anche in molti casi imparare a “disinnescare la bomba” che potrebbe scoppiare con una lite violenta. Questo, però, non deve coincidere con il silenzio sui problemi esistenti, bensì con la capacità di affrontarli in modo costruttivo, ossia senza paura di guardare in faccia quello che sta accadendo e i motivi che ne sono l’origine, impegnandosi insieme a raggiungere un compromesso che permetta di superare il conflitto, imparando a comprendersi e ad empatizzare con il partner per dar vita a nuove prospettive e nuove modalità di essere coppia.

Soprattutto disinnescare deve coincidere con la capacità di evitare che ogni discussione piccola o grande che sia diventi una lotta per la supremazia all’interno della coppia. Anche perché nella coppia non dovrebbero esistere rapporti di supremazia, ma assoluta e reale parità!

Secondo Gottman esiste una proporzione precisa per mantenere una relazione soddisfacente: per ogni interazione negativa ci devono essere almeno cinque interazioni positive affinché venga posto rimedio al negativo. In tal modo, riparando le situazioni conflittuali, la coppia ha modo di evolvere insieme. Ed è proprio questo che rende la coppia stabile!

Le interazioni positive, chiaramente, sono diverse da coppia a coppia: ognuna deve trovare quelle che funzionano bene nella propria relazione, capendo anche se vanno meglio le interazioni positive subito dopo lo scontro o si preferisce lasciar trascorrere qualche tempo per calmarsi.

Per evitare conflitti intensi

Sempre Gottman suggerisce alcune tecniche che possono essere usate per evitare che il conflitto cresca di intensità e cercare piuttosto di disinnescarlo in tempo. Anche qui ogni coppia deve comprendere cosa funziona meglio per quei partner:

  1. imparare a disinnescare e/o riparare prima che la discussione degeneri: le riparazioni effettuate nei primi tre minuti hanno molte più probabilità di essere accettate dal partner rispetto ai tentativi fatti in seguito, quando la negatività assume maggiore forza;
  2. non cercare di disinnescare e/o riparare sulla base di questioni logica, ma mostrando vicinanza emotiva al partner. Fare in modo che la relazione di basi sempre su un atteggiamento di rispetto e apprezzamento.
  3. imparare ad accogliere i tentativi di riparazione dell’altro, per quanto piccoli o maldestri possano essere, senza rigidità. Spesso sono proprio queste piccole offerte di amore che permettono di riconnettersi quando ci si sente disconnessi.
  4. evitare di accompagnare i tentativi di riparazione con messaggi in cui si attribuisce la colpa delle proprie azioni al partner, che annullano l’effetto positivo (ad es: “sono stato piuttosto scontroso ultimamente, ma dipende dal fatto che mi stai ignorando”). Imparare piuttosto ad aiutare il partner a comprendere il proprio punto di vista sulla situazione, senza farlo sentire sotto accusa.
  5. cambiare argomento in alcuni casi è un buon modo per calmare la coppia e disinnescare la conflittualità. L’importante è non negare i problemi: se ne può parlare dopo essersi calmati.
  6. ricordare che il partner non è un nemico, bensì una persona che si ama, per cui il conflitto è qualcosa di temporaneo, per quanto fastidioso, e non permanente. In questo modo è più facile accettare anche errori o mancanze occasionali del partner e raggiungere il compromesso (questo non significa però accettare tutto dal partner, il rispetto non deve mai venire meno!).

Per superare il conflitto

Quando avviene un litigio, spesso i partner non si sentono compresi nelle loro emozioni e nei loro bisogni o desideri. Per questo è importante imparare a far emergere con sincerità ciò che si prova, condividere le emozioni e i desideri per cercare insieme un compromesso con cui dare risposta concreta ai bisogni di entrambi. Per farlo risulta utile seguire uno schema in 6 punti:

  1. giungere ad una definizione comune del problema: collaborare per identificare il problema e la sua origine, facendo attenzione a considerare la prospettiva di entrambi;
  2. fare un brainstorming sulle strategie risolutive: ogni partner può proporre diversi modi in cui il problema potrebbe essere risultato, anche i più fantasiosi;
  3. valutare le proposte per la soluzione: si verifica la fattibilità di quanto proposto e l’effettiva efficacia per risolvere il conflitto;
  4. scegliere la soluzione in base all’efficacia che si suppone possa avere;
  5. mettere in atto la soluzione, facendo ognuno la propria parte;
  6. verificare i risultati ottenuti, per comprendere se ha funzionato o meno.

A questi punti aggiungerei una postilla: ricordare sempre il motivo per cui è stato scelto quel partner, ritrovare in lui/lei le caratteristiche che lo hanno reso così speciale ma allo stesso tempo riconoscere i suoi cambiamenti, guardarlo con occhi nuovi, senza dare per scontato che ripeterà gli errori del passato. Tutti possiamo cambiare se c’è qualcuno che ci sostiene e crede in noi!

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