#femminismopedagogico

Le donne e il loro corpo

Parlare di donne equivale, ahimè, in molti casi a parlare solamente di corpi e a parlarne come se quei corpi fossero dei meri oggetti a disposizione degli uomini. Degli oggetti erotici, per la precisione, con tutto quello che ne consegue tanto per chi si ritrova un corpo oggettivizzato, quanto per chi sta dall’altra parte della barricata.

Una grande fetta di responsabilità per questa rappresentazione è dei mass media: la televisione in primis, ma anche i giornali, il cinema e tutto ciò che circola in internet, soprattutto sui social network. Ovunque la donna, o meglio il suo corpo, serve per chiamare a sé pubblico, per ottenere seguito, per attirare attenzione: come se l’unico scopo per cui la donna è al mondo (fatta eccezione l’atavico dovere di generare prole) sia suscitare il desiderio sessuale maschile.

L’immagine dell’uomo in tv (e non solo) parla di altre cose, parla di competenza e di simpatia. I ruoli dati a uomini e donne sono decisamente diversi, ma anche le inquadrature dei loro corpi in tv sono diverse, la “bellezza richiesta” per fare audience è diversa: un uomo può essere brutto, grasso e vecchio – tutte cose inconcepibili per una donna – e continuare ad avere successo. L’uomo non deve risvegliare il desiderio
femminile (anche se qualcosa sta cambiando anche in questo), gli basta risultare bravo nel suo lavoro. Invece una donna per essere considerata preparata e competente e avere successo, oltre a doverlo essere molto più di un uomo, deve spesso scegliere tra il mostrarsi in qualche modo sexy e l’assumere caratteristiche tipicamente maschili, come l’arroganza o un abbigliamento poco appariscente.

Gli effetti

La manipolazione dei corpi femminili nei mass-media ha un impatto concreto e reale nella vita delle donne, così come in quella degli uomini. Questi ultimi, infatti, hanno a disposizioni a quasi tutte le ore, anche in contesti che dovrebbero essere da “bollino verde”, immagini che in alcuni casi potrebbero fare concorrenza ai porno ed è impossibile pensare che ciò non abbia effetto sull’idea che si fanno di donne e corpi reali: credere che possano essere a loro disposizione anche fuori da uno schermo e che loro abbiano il diritto di prendere ciò che desiderano da quei corpi è una facile assunzione, se non c’è un’adeguata educazione a sostegno di quanto si vede.

Per le donne la situazione è chiaramente peggiore. Tra gli effetti peggiori del bombardamento di immagini di donne sexy e fisicamente “perfette”, c’è senza dubbio la difficoltà ad accettare il proprio corpo da parte di molte donne, che vivono la loro non corrispondenza agli ideali proposti con sentimenti vari: si passa dal senso di colpa alla volontà di far di tutto pur di adeguarvisi, dalla delusione per la propria incapacità di essere “perfette” alla bassa autostima. Non tutte, infatti, riescono a vedere quanto sia irreale il modello presentato, soprattutto tra le più giovani, finendo con il paragonarsi costantemente a ciò che si vede, nel desiderio di uniformarvisi a qualunque costo. Magari con l’insana convinzione che un determinato tipo di corpo possa essere il passe-partout per la felicità: essere perfette fisicamente allora viene fatto coincidere con il poter avere un compagno, con il poter raggiungere il successo e, fondamentalmente, con l’avere una vita più semplice e più bella. Di conseguenza quando il corpo non va bene, tutto potrebbe andar male.

Da quelle “semplici” immagini in uno schermo passa allora l’idea che una donna debba essere per forza bella e mantenersi sempre giovane se vuole avere successo, viene creato un modello di corpo e di “perfezione corporea” irrealistico, che causa non pochi problemi nel rapporto con il cibo e/o la palestra. Ma peggio ancora con quelle immagini si sminuisce l’intelligenza delle donne e si rischia di far passare il messaggio che non possano dare alla società nessun contributo che vada oltre una presenza sorridente e silenziosa.

Oltre l’immagine

Le donne, invece, hanno molto da dire e da dare, su questo nessuno può nutrire alcun dubbio. Però possiamo essere davvero libere di portare a compimento ogni nostra capacità solo se impariamo a non guardare al nostro corpo come mera immagine.

Perché se ho un’immagine di cui prendermi costantemente cura, affinché risponda ai “canoni estetici” che altri hanno imposto, come posso dedicarmi a ciò che voglio portare a compimento nella mia vita? Quanto tempo e quanta energia dedico al corpo e tolgo a passioni che possono nutrire la mia anima?

Questo non significa non prestare attenzione alla propria salute fisica, significa non fare della forma fisica un’ossessione, perché perderemmo di vista aspetti ben più importanti della nostra esistenza.

Purtroppo nel guardare al nostro corpo come una semplice immagine da giudicare o da difendere dai giudizi altrui, ci dimentichiamo di vivere quel corpo, di vivere in quel corpo. Smettiamo di sentire quel corpo e di sentirci in quel corpo.

Se dobbiamo avere sempre sotto controllo il modo in cui la nostra immagine può apparire agli occhi degli altri, non abbiamo la possibilità di vivere davvero dentro il nostro corpo, contattando fino in fondo le sensazioni che derivano dal mondo che ci è attorno e che attraverso il corpo conosciamo. Il corpo, infatti, è in primo luogo il mezzo che ci permette di stare al mondo, che ci consente di muoverci nel mondo e fare esperienza di ciò che ci circonda. In tal modo ci rende in grado di sentire, che è la premessa del pensare: se non sento il mondo che mi circonda, se non lo conosco con i miei sensi, non posso formulare pensieri perché non ho consapevolezza di me e di ciò che mi si muove attorno.

Inoltre il corpo è ciò che ci permette di provare emozioni. E’ il mezzo per vivere le relazioni con gli altri. E’ potentissimo strumento di comunicazione.

Il corpo è esplosione di suoni e pulsazioni, il corpo è vita. E non può essere considerato una piatta immagine, perché è pura tridimensionalità.

Un esercizio per te

Per vivere il corpo in una dimensione diversa, ti invito a fare un piccolo esercizio che serve a prendere contatto con esso e guardarlo con occhi benevoli (è pensato per le donne, ma chiaramente è utile anche agli uomini!).

Scegli un ambiente silenzioso, in cui nessuno possa disturbarti per 5 minuti. Siediti comoda o, se puoi, sdraiati comodamente. Chiudi gli occhi. Mentre respiri profondamente, contatta tutti i tuoi muscoli, dai piedi alla testa, pensando che si stanno rilassando man mano che il tuo pensiero li accarezza. Guarda dall’alto il tuo corpo e sentine ogni parte dall’interno: forse c’è qualche parte che ti piace di meno delle altre e probabilmente c’è un motivo per cui non corrisponde ai tuoi desideri, un motivo che potrebbe avere un significato specifico nella tua vita. Recupera quel motivo e fai pace con ciò che ha comportato: anche se imperfetto il tuo corpo funziona e ti permette di vivere.

Ripensa all’importanza che ogni parte del tuo corpo ha, al servizio che ciascuna svolge per te e nel pensiero ringrazia ogni parte, come se la accarezzassi, con la promessa di cambiare gli occhi con cui guardi a te stessa, prima di provare a cambiare il tuo corpo.

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